INTERVISTA AL SOCIO DI IOARTE – ANTIMO MASCARETTI

Nome e Cognome – antimo mascaretti

Nome d’Arte – nessun pseudonimo

Svelaci il significato del tuo nome d’Arte. – e’ il mio nome

Tre aggettivi per far capire il fuoco che arde dentro di te. – passione – conoscenza- forma

Quando hai creato la tua prima opera e hai capito di essere un artista? – durante i primi anni dell’adolescenza. Dipinsi con della nafta sul muro di una officina delle figure.

Quale opera più ti rappresenta? (per poterla inserire nella pubblicazione dell’intervista ti chiediamo che l’opera sia presente in IoArte, grazie) – ogni opere mi rappresenta perché ognuna di esse è nata da una mia esigenza imprescindibile. Ma se proprio dovessi indicarne una direi “Passante”, perché riflette bene la mia condizione (come quella di tutti) su questa terra.

Raccontaci la mostra a cui hai partecipato che ti ha dato più emozioni e soddisfazioni. Spiegaci le motivazioni e raccontaci come l’hai organizzata e vissuta. Spiegaci anche il perché le altre mostre che hai fatto non hanno avuto le stesse gratificazioni. – La mia partecipazione con una mostra personale all’edizione del 1983 di Art Basel. Avevo ancora ingenue fedi all’epoca, non sapevo che avrei presto dovuto constatare il marcio del sistema arte che, in seguito, è pure peggiorato e di molto.Da quella esperienza trassi la convinzione che dovevo restare ai margini di un mercato che non aveva alcun legame con le opere.

In che ambiente crei le tue opere? Parlaci dei tuoi momenti d’Arte. (se sono solitari, o con musica, se niente di distrae o se ti isoli dal mondo, se ritocchi per giorni e mesi la tua opera o se condividi l’opera e le emozioni con qualcuno prima che sia finita, oppure se è un’intimità solo tua… ecc..) – Lavoro nel mio studio. Ne ho cambiati tanti nel tempo , acuni d’occasione e momentanei. In una di questi subii un furto di una ventina di opere che non ho mai più rivisto. Lavoro in genere con la musica, Rossini o le variazioni Goldberg di Glenn Gould, rivedo le mio opere per anni fino ad avere la sensazione che non debbo ritoccare più. Allora l’opera può dirsi terminata.

Cosa vorresti cambiasse nel mondo dell’Arte e cosa dovrebbero fare per l’Arte gli operatori del settore? Cosa dovrebbero fare i politici, le associazioni, i musei, le gallerie, i collezionisti ecc.. per salvaguardare e sostenere l’Arte? – Il sistema dell’arte è un vero disastro. Cosa dovrebbero fare gli operatori? Direi smettere di essere solo mercanti, di essere conformisti senza conosce nulla si affilano al successo del momento tutti pensano e vendono le stesse carabattole spacciandole per capolavori: Vedono un Wharol, un pover uomo infelice, quortato più di Tintoretto e nessuno osa scandalizzarsi o vergognarsi…la giustificazione: E’ il Mercato! Bene di questo mercato inventato dagli americani noi europei possiamo e dobbiamo fare a meno. La nostra arte è superiore, lo è sempre stata, dobbiamo riprenderci il primato e senza esitare.

Come vivono la tua Arte e il tuo essere Artista la famiglia e gli amici? – In famiglia ho il supporto necessario. Gli amici? purtroppo non credo che chi lavora con l’arte abbia amici..oppure sono solo io lo sfortunato!

Se non ti senti un Artista compiuto, cosa ti manca come crescita personale per arrivare a sentirti quell’Artista che dentro di te sai già di essere? – Non si è mai artisti compiuti. Il compiacimento che ne deriverebbe finirebbe per uccidere l’arte che tentiamo di realizzare. L’arte è padrona diffcile, domina tutta la vita. A volte non basta l’intera vita per realizzare ciò che si vuole. Ne abbiamo esempi nelle storie personali di tanti artisti, quelli veri, non gli analfabeti di oggi che”curano le relazioni” e sono poveracci che non sanno fare unc…

Domanda intima: le tue opere le tieni per te o le vendi? Spiegaci anche le motivazioni del perché non vuoi venderle o separarti da esse o illustraci i tuoi canali di vendita che meglio ti aiutano e ti rappresentano, senza quindi mercificare troppo al tua Arte. – Dopo la mostra di Basel decisi che non avrei fatto parte di quel mercato. Ho mantenuto la mia scelta che mi ha molto penalizzato perché il mondo è, ovunque, un grande jukebox come quelli di una volta, se non metti moneta non canta.Oggi a quasi un cinquantennio dall’inizio della mia avventura, mi sono accorto che se voglio dare un destino al mio lavoro che non sia un garage o un sottoscala, debbo rivolgermi ai collezionisti più attenti più liberi quelli che non credono alle fesserie che alcuni venditori ammanniscono nelle vendite televisive(non sono tutti uguali naturalmente, voglio ricordare qui il Prof. Faccenda che umilmente, pue essenso un grande studioso, diffonde la sua passione per l’arte per una grande famiglia di mercanti in una emittente televisiva molto nota) degli altri mewglio non parlare.

Altre notizie su di te e su cosa ci vuoi raccontare, sulla tua vita e sulle tue mostre. – Sono molto schivo, direi decisamente misantropo.Ho dovuto lavorare e molto duramente sempre per mantenere il mio privilegio di essere artista libero.(in arte se non sei ricco di famiglia non potrai mai farcela senza lavorare, ma questo in tv non lo si sente mai dire…) Amo leggere e studiare. Mi piace scrivere per i pochi che amano seguire le mie mostre. Organizzo sempre più raramente mostre personali (non partecipo a collettive per evitare che nella babele del momento si possa dire che anche io ho contribuito a tanta confusione dove non si potrà mai apprezzare la qualità di un artista…) Lavoro per testimomianza, perché bisogna ricordare che l’organizzazione quando non si ha alle spalle un forte gruppo di supporto costa molto, solo il trasporto delle opere costa una enormità, e tutto deve essere pagato da me. Ma c’è un altro motivo: odio l’atteggiamento di condiscendenza nel dover richiedere spazi pubblici a dei deficienti, politici d’accatto, messi in ruoli da un sistema ebete di potere definito”democrazia”(definizione oggi comica) e che spesso non è che licenza di fare i prori comodi a tutti i livelli. Oggi non c’è più competenza a nessun livello. Il ministro capisce come l’uscere del Ministero, in fatto d’arte poi…E’ per questo che certi “professori” dominano il tv, il divulgatore populista e popolare, ha il suo momento. Ma che ci importa di costoro?

Un grazie ad Antimo da IoArte, Associazione Culturale

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