L’ELEGANZA DELL’OTTOCENTO INGLESE: I PRERAFFAELLITI

di Lidia Borella

Durante il regno della regina Vittoria, tre giovani allievi della Royal Academy of Arts: William Hunt, John Millais e Dante Rossetti, insofferenti al classicismo accademico, nel 1848, fondano la Confraternita dei Preraffaelliti con l’obiettivo di dar vita a una nuova forma di pittura che non ha più come punto di riferimento il Rinascimento, bensì l’arte medievale, da qui nasce il termine “preraffaelliti”.

Suggestioni medievali, elementi simbolisti, richiami shakespeariani caratterizzano questo nuovo stile pittorico, ispirato al Quattrocento italiano, che rifiuta le opere tarde di Raffaello e il Manierismo in favore di una riscoperta della pittura primitiva, considerata più vicina alla natura.

I preraffaelliti non sono i soli ad appassionarsi al Medioevo, già il Romanticismo aveva riscoperto e rivalutato questo periodo che era ritenuto oscuro: l’impulso maggiore è dato dagli scrittori, in particolare da Walter Scott e da molti altri poeti britannici, che sostengono il predominio dei sentimenti e della fantasia sulla ragione, la disposizione al sogno e il ritorno a un rapporto intimo ed emotivo con la natura.

La stampa stronca con giudizi negativi molto pesanti le prime opere dei preraffaelliti, ma una svolta fondamentale nella loro fortuna critica è l’incontro con lo storico e critico d’arte John Ruskin, che gode di una buona e solida reputazione e che sostiene e difende apertamente la loro pittura.

Ruskin con un ampio saggio inquadra l’arte della Confraternita nel contesto della pittura moderna europea e la confronta con quella di Turner.

Nell’arte preraffaellita di notevole importanza e bellezza è la serie di dipinti sulle donne misteriose e fatali di Rossetti, donne caratterizzate da folte capigliature e labbra sensuali, le figure sono spesso associate ad immagini allegoriche o simboliche; Fanny Cornforth è la modella preferita dell’artista per i suoi lunghi capelli rossi e l’espressione passionale.

Rossetti, in molti dei suoi dipinti raffigura dei fiori, sia per il loro significato simbolico, sia per il loro valore decorativo; queste atmosfere saranno di ispirazione per il Simbolismo e per l’Art nouveau.

La Confraternita è destinata a disgregarsi rapidamente, ma gli ideali che ne hanno determinato la nascita continuano ad influenzare l’arte inglese per oltre una cinquantina d’anni.

La seconda generazione dei preraffaelliti è dominata da diverse figure come il pittore Edward Burne-Jones e William Morris, tra i principali fondatori del movimento “Art and Craft”, sviluppatosi in Inghilterra nella seconda metà dell’Ottocento, con lo scopo di porre rimedio allo scadimento qualitativo ed estetico degli oggetti d’uso quotidiano, provocato dalla produzione industriale in serie.

Nella primavera del 1861 viene fondata la Morris, Marshall, Faulkner & Co. Una società (della quale fa parte anche Rossetti) che si propone di applicare alle arti decorative i principi preraffaelliti. Morris realizza una serie di circa settanta carte da parati, trovando gran parte dei modelli negli erbari medievali custoditi nella biblioteca di Oxford.

Un pittore che, pur non facendo parte del movimento, viene sicuramente influenzato dall’arte preraffaellita è John William Waterhouse, nato a Roma nel 1849 e trasferitosi a Londra all’età di 5 anni con i genitori, dove, negli anni successivi, frequenta gli studi artistici presso la Royal Academy.

Ricorrenti nei suoi dipinti sono le tematiche storiche, letterarie e mitologiche: sirene, ninfee e personaggi mitologici popolano la sua pittura.

Una delle opere di Waterhouse che preferisco è “Ila e le ninfe”; il mito raffigurato appartiene all’epoca ellenistica e narra del giovanissimo Ila, compagno di Eracle, fedele al grande eroe a tal punto da seguirlo in ogni sua impresa. Ila parte con Eracle e gli Argonauti al seguito di Giasone per cercare il vello d’oro, ma la sua avventura si conclude prima dell’arrivo in Colchide, luogo in cui si trova il vello. Durante una sosta, Ila si allontana per prendere dell’acqua per il suo compagno e, nei pressi del fiume, attira l’attenzione delle ninfe che se ne innamorano, lo afferrano e lo trascinano sott’acqua, provocando la sua scomparsa.

La vicenda si conclude con la furia e la disperazione di Eracle che abbandona la compagnia degli Argonauti e la sua impresa per cercare Ila.

Waterhouse dipinge il quadro nel 1896, raffigurando la scena con Ila che tiene un’anfora in mano mentre attorno a lui appaiono le Naiadi, le ninfe delle acque. L’immagine è caratterizzata da una forte sensualità, una delle ninfe ha un ruolo di primo piano, in quanto afferra il braccio muscoloso dello sventurato, Ila appare come ammagliato dalla bellezza delle ninfe e lo specchio d’acqua, come in molti dipinti del pittore, rappresenta una minaccia. Waterhouse infatti dipinge diverse scene in cui raffigura sirene, fanciulle, personaggi shakespeariani nei pressi di sinistri specchi d’acqua.

I pittori preraffaelliti sono riusciti a creare scene sospese nel tempo, da ammirare, caratterizzate da atmosfere sognanti e da una cura e bellezza dei particolari, tuttavia le tendenze europee del periodo avevano imboccato strade del tutto diverse (si pensi all’Impressionismo, all’Espressionismo, e ai successivi Cubismo e Futurismo).

I valori per cui i preraffaelliti hanno dipinto sono scomparsi con la fine dell’età vittoriana e hanno rappresentato solo una breve parentesi nel panorama artistico europeo, tuttavia questo movimento mi ha sempre affascinato per il gusto per la pittura “bella” non contaminata dalle mode e dalle tendenze, per l’enigma della sua fortuna nonostante le evidenti contraddizioni e per il suo messaggio sospeso nel tempo.

Lidiart

27/02/2017, Lidia Borella

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