MOSTRA “MISERICORDIÆ VULTUS”
di Lidia Borella

A fine aprile ho visitato la mostra “Misericordiæ Vultus” – Capolavori fiamminghi del Banco Popolare, allestita a Romano di Lombardia dal 3 aprile fino al 10 luglio e successivamente in programma a Lodi dal 17 settembre al 30 ottobre 2016.

Alcune fondazioni bancarie in collaborazione con il M.A.C.S. (Museo d’Arte e Cultura Sacra) di Romano hanno voluto proporre una riflessione, a credenti e non, sul Giubileo straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco, attraverso l’esposizione di opere sacre sulla misericordia.

La mostra, curata da Angelo Piazzoli e Tarcisio Tironi nasce in questa logica, sono esposti alcuni dipinti fiamminghi che fanno parte del patrimonio del Banco Popolare; si tratta di undici opere del pittore Cornelis de Wael, suddivise in due sezioni: sette dedicate alle “Opere di misericordia corporale” e quattro relative alla parabola del “Figliuol prodigo”.

Sono molti gli artisti che, nel corso dei secoli, affrontano il tema della misericordia, tra essi vanno ricordati Antonio Canova con le sue bellissime sculture in gesso “Dar da mangiare agli affamati” e “Insegnare agli ignoranti”, ed Emiio Greco che ha realizzato il monumento funebre di Papa Giovanni XXIII rappresentando i temi cari al pontefice, della carità, della visita ai carcerati e agli ammalati.

Cornelis de Wael (Anversa 1592 – Roma 1667), pittore, incisore e mercante d’arte, si trasferisce a Genova nel 1619 e, malgrado i tanti anni trascorsi in Italia, riesce a conservare un forte radicamento all’arte fiamminga; l’artista diversifica i generi trattati per far fronte alle svariate committenze delle importanti famiglie genovesi, dipingendo tra le diverse tematiche anche scene di battaglie, di porti, di cantieri navali affollati…

De Wael viene apprezzato per un genere pittorico in cui traspone “il suo genio di fare figure piccole”, articolate a gruppi e caratterizzate da una magistrale cura per i dettagli dell’abbigliamento e delle fisionomie.

E’ stato Cornelis de Wael ad inaugurare a Genova intorno al 1630, l’iconografia delle sette opere di misericordia, soggetto in cui il pittore si cimenta diverse volte, venendo incontro alle richieste della nobiltà che vuole dare un’immagine di sé caritatevole.

Nella mostra sono esposti sette dipinti di notevoli dimensioni (98 x 140 cm), che rappresentano le sette opere di misericordia: dare da bere agli assetati, dare da mangiare agli affamati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare i carcerati, visitare gli infermi, seppellire i morti.  I dipinti sono caratterizzati da uno stile meticoloso, in tutte le scene sono raffigurate un gran numero di persone, che l’artista riesce a rendere, con una cura particolare per i diversi tratti somatici e per le svariate espressioni dei volti, trasmettendo una propria personalità ad ogni figura.

misericordiae-vultus

Anche i punti di luce sono molto interessanti, la luce proviene spesso lateralmente da arcate o finestre e si posa sulle figure conferendo loro tridimensionalità ed importanza.  Tre scene sono riprese all’aperto, anche se è sempre presente la rappresentazione delle architetture, spesso edifici e strutture reali dell’epoca.

Nelle scene all’aperto mi ha colpito in modo particolare la raffigurazione del cielo: morbide nubi vaporose appaiono ricche di colori che vanno dal panna, ocra e bruciato, all’azzurro intenso.

In tutti i dipinti è presente una grande attenzione per le architetture: colonne, capitelli, balaustre, fregi, grandi archi e tantissimi altri elementi architettonici sono dipinti con grande maestria e attenzione prospettica.

Il secondo blocco della mostra è relativo alle quattro opere sulla Parabola del “Figliuol prodigo”, in particolare: la partenza del Figliuol prodigo, la dissipazione dei beni, la guardia ai porci e il ritorno del figliuol prodigo.

Questi dipinti, pur simili stilisticamente alle opere sulla misericordia, presentano dei colori molto più vividi, soprattutto per gli abiti dei personaggi; spiccano infatti dei rossi accesi, dei blu e dei gialli. In queste quattro opere sono raffigurati molti animali: cavalli, cani, capre, asini e maiali, dipinti con estrema cura quasi per dar loro importanza, rendendoli partecipi delle vicende raffigurate.

Cornelis de Wael è stato uno degli artisti di punta, insieme ad Antoon van Dyck, Jan Brueghel ed altri, dell’affiatato gruppo di pittori che ha soggiornato a Genova agli inizi del 1600. I pittori fiamminghi sono noti per aver perfezionato e sviluppato la tecnica della pittura ad olio, rendendo possibile il procedere per successive velature, cioè per strati  di colore più o meno trasparenti, che rendevano il dipinto brillante e lucido e permettevano la cura dei più piccoli particolari.

L’allestimento della mostra “Misericordiæ Vultus” è rigoroso e molto efficace, partendo da un lato della sala sono esposti sequenzialmente i sette dipinti sulla misericordia e, dall’altro lato, i quattro sulla parabola del figliuol prodigo.

Visitare la mostra  rappresenta, un’occasione per indagare sulle nostre radici storiche, culturali, sociali e artistiche e sicuramente è un momento di arricchimento culturale.

Lidiart

25/05/2016, Lidia Borella

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