VIAGGIO NEL MITO, TRA ARTE E NARRAZIONE
io-socio2di Lidia Borella

Fiumi di inchiostro e di parole sono stati spesi per cercare di definire il concetto di mito e il ruolo che esso ha sempre rivestito nella società, nella storia e nella cultura.

Il mito, dal termine greco mithos che significa parola, discorso, è nato come una forma di narrazione, investita di sacralità, relativa all’origine dell’universo, della vita, dei fenomeni naturali… al fine di svelare dei misteri e di dare risposte ai molti interrogativi dell’uomo. Il mito era un modo per ordinare e conoscere la propria realtà, per conoscere la propria origine, per interpretare fenomeni come il susseguirsi del giorno e della notte o il ciclo delle stagioni, per dare struttura alle credenze o ai riti all’interno di un gruppo sociale.

Protagonisti erano esseri soprannaturali, creature fantastiche, figure divine o eroi divinizzati, dalle capacità sovrumane; le loro vicende e le loro gesta diventarono modelli esemplari di tutte le attività umane significative.

Non esiste cultura, antica o moderna, arcaica o civilizzata, che non possieda i suoi miti, molti si assomigliano, pur appartenendo a popoli vissuti in epoche diverse e in luoghi molto lontani.

Cambia il nome dei personaggi, l’ambiente geografico, alcuni particolari, ma l’intreccio e il significato delle storie è lo stesso.

Il mito ha pervaso e pervade tutt’ora diverse sfere della produzione dell’uomo, dalla filosofia all’arte, dalla psicologia alla letteratura.

Nel linguaggio attuale il termine mito ha assunto il significato di invenzione, finzione, ma spesso, come nel passato, si riferisce ancora a un personaggio esemplare al quale ispirarsi.

Recenti ricerche hanno messo in luce le strutture mitiche delle immagini e dei comportamenti imposti alla collettività dai mass-media; si constata questo fenomeno soprattutto negli Stati Uniti, dove sono stati inventati dei personaggi con caratteristiche sovrumane, eroi che hanno la funzione di proteggere e di aiutare l’umanità, personaggi che incarnano la versione moderna degli eroi mitologici.

Da qualche tempo Hollywood ripropone in scena i miti e gli eroi greci con pellicole come Scontro fra Titani, 300, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo e cosi via, riuscendo a catapultare milioni di spettatori in questo immaginario fantastico.

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L’arte si è spesso rapportata con la rappresentazione del mito, dall’antichità fino ai giorni nostri, con le opere di molti artisti che si sono succeduti nel corso della storia, dei quali vorrei citare alcuni esempi, tra i più conosciuti.

Famosissima è l’opera di Botticelli La nascita di Venere dipinta nel 1482, in cui Venere è ritratta nuda su una conchiglia che galleggia sulla superficie del mare, a sinistra volano i venti, a destra un’ancella (Ora) aspetta la dea per vestirla.

Un’altra celebre rappresentazione di Venere è l’opera del pittore Giorgione che nel dipinto La Venere dormiente coglie la dea in un momento di dolce abbandono, adagiata su soffici stoffe accomodate su un prato; il maestro rappresentando questa dea tende ad umanizzarla, per renderla più semplicemente una donna dalla inconsapevole e straordinaria bellezza.

Nell’ambito scultoreo non si può fare a meno di citare Antonio Canova, con il suo canone della bellezza ideale, che ci ha lasciato opere rinomate come: Teseo sul Minotauro, Amore e Psiche che si abbracciano, Ebe, Paolina Borghese come Venere vincitrice.

Anche i pittori preraffaelliti Waterhouse, Millais, Hunt, Rossetti e Blake, nelle loro opere rappresentano figure mitologiche come: sirene, muse, ninfe, ondine.

Il ritorno di elementi mitologici nell’arte moderna è nettamente visibile nei pittori Giorgio de Chirico e del fratello Alberto Savinio.

Le opere di de Chirico presuppongono un recupero e un rinnovamento della tradizione e un parziale ripristino dei valori classici, rivisitati in chiave moderna e nell’ottica di una loro attualizzazione e ricontestualizzazione. De Chirico, appassionato di mitologia, vi attinge come fonte di soggetti iconografici interpretati in chiave metafisica, nelle sue opere descrive centauri, ninfe, tritoni, trattati a toni cupi, in modo visionario.

Nel dipinto Lotta di Centauri del 1908 rappresenta un combattimento in cui risalta il lato cruento e tragico dello scontro; egli trae ispirazione dalla Battaglia di Centauri di Arnold Böcklin, anche se il pittore tedesco sottolinea piuttosto la plasticità dei corpi e l’atemporalità della scena.

Nel dipinto Ettore e Andromaca del 1917, i personaggi sono ridotti a due manichini senza arti superiori, il pittore esprime la loro tragica impossibilità di abbracciarsi; tale connotazione sentimentale li rende umani.

Alberto Savinio, nel suo percorso a ritroso nella storia, alla ricerca di valori autentici da contrapporre ad un presente contraddittorio, risale alla fase primitiva dell’universo, quella che precede l’organizzazione razionale dei fenomeni naturali, quando gli uomini consideravano animata tutta la natura e gli eventi naturali erano ritenuti prodigi degli dei.

Savinio trasporta il mito dal Monte Olimpo al mondo moderno, il materiale mitologico diventa elemento costitutivo del suo archivio linguistico personale, gli dei e gli eroi si strappano essi stessi la loro aureola per cercare la realtà e il tempo, divenendo mortali: attraverso l’acquisizione della temporalità conquistano un senso di phatos che li accomuna agli esseri umani e agli animali, di cui spesso assumono le sembianze, e li cala in uno spazio dominato dal paradosso.

Si potrebbe dire che Giorgio de Chirico coglie il rapporto con le cose e con l’antichità classica nello spirito della tragedia, Savinio lo fa nello spirito della commedia, non come semplice divertimento o satira burlesca, ma come ricerca di elementi essenziali.

Anche nell’arte contemporanea numerosi artisti trattano le tematiche del mito classico o dei nuovi miti moderni nella realizzazione delle loro opere, tra essi vorrei citarne alcuni che lavorano con le tecniche digitali:

Paolo Barbieri, Anne Stokes e Alena Lazareva. Paolo Barbieri è un noto illustratore italiano che recentemente ha illustrato il libro Favole degli dei, rappresentando con toni e colori stupefacenti il mondo degli dei dell’Olimpo.

Amando il surreale e l’onirico, ha reinterpretato alcuni Dei greci come Zeus, Ares, Afrodite, Persefone, Apollo, e figure mitologiche come Medusa, con uno stile fantasy, partendo dal disegno a mano e poi, sfruttando le potenzialità di programmi digitali ha colorato, sovrapposto ed applicato effetti fino ad ottenere il risultato voluto.

In un’intervista racconta che la curiosità verso il mito è iniziata vedendo film come Scontro di Titani, o gli Argonauti e altre storie narrate per il grande schermo, che esaltavano la meraviglia del fantastico.

Anne Stokes è un’artista inglese conosciuta per la rappresentazione di soggetti fantasy, molti dei suoi lavori trattano il tema mitologico e rappresentano sirene, unicorni… oppure la figura di Medusa.

Per realizzare le sue opere parte dal disegno e dalla pittura e procede poi attraverso l’elaborazione digitale dell’immagine.

Alena Lazareva è un’artista russa dallo stile fantasy, i suoi soggetti sono soprattutto figure femminili inserite in scenari magici dai colori vividi; nelle sue opere ha trattato anche il tema mitologico realizzando figure come ninfe e sirene.

Per i suoi lavori usa diverse tecniche, o parte dal disegno a mano per poi colorarlo ed elaborarlo al computer, oppure parte dalla fotografia di persone reali, poi in digitale elabora le foto rendendo i personaggi in stile fantastico, applicando particolari effetti sull’incarnato, sui capelli e sui vari elementi anatomici del volto.

Durante il mio percorso artistico anche io ho trattato l’argomento del mito, raffigurando, con il lavoro digitale Diana e Atteone, una vicenda mitologica classica: la dea Diana aveva chiesto e ricevuto in dono dal padre l’eterna verginità, un giorno Atteone vide per caso la dea che si immergeva nell’acqua di un fiume e rimase a guardarla; poiché in seguito il ragazzo si vantò con gli amici che Diana gli si era mostrata nuda senza pudore, la dea lo tramutò in cervo e gli diede la caccia.

Per l’elaborazione Diana e Atteone, partendo da alcune mie fotografie ho eseguito un collage digitale e, per ottenere l’immagine voluta, ho inserito anche elementi pittorici: la figura di Diana (particolare di un mio dipinto ad olio, copia dell’opera La ragazza nella grotta dell’artista spagnolo Luis Royo) e dei fiori rossi disegnati a pastello.

Lidiart

2/12/2015, Lidia Borella

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