Addio a Michael Hertz
Pubblicato con il Museum of Modern Art (Moma) di New York La grande mappa della metropolitana di New York(2018) è diventata per mano dell’illustratore milanese Emiliano Ponzi una graphic novel per ragazzi.
La Mappa nata da un progetto italiano del designer Massimo Vignelli nel 1972 è oggi usata come app e considerata il suo capolavoro.
E’ il 1972 quando La Metropolitan Transportation commissiona a Massimo Vignelli la mappa della metropolitana di New York”, considerato tra i progetti più difficili che lo stesso Vignelli avrebbe affrontato e che, in origine, doveva essere accompagnata da una versione descrittiva. La caratterista di Vignelli era la concezione che il design spaziasse dai loghi agli oggetti, dalle riviste alle sedie, ma che per la mappa dovesse puntare alla massima semplicità. Fu subito scandalo per un progetto identificato in un diagramma astratto della rete metropolitana, dove ogni linea era identificata da un colore diverso e ogni fermata era identificata da un pallino. Non si trattava di una novità del resto visto che si rifaceva a quello di Henry Charles Beck che già nel 1933 aveva disegnato la mappa della metropolitana di Londra con la geniale intuizione che mentre sei in metropolitana non sei interessato a quello che c’è sopra ma a non sbagliare i cambi.
Si scatenarono quindi le polemiche: ai newyorkesi quel diagramma che «falsava» la geografia e rendeva tutto geometrico, disorientava. Eppure erano abituati a strade dritte, perpendicolari e contrassegnate da numeri. La mappa fu cambiata più volte e alla fine fu sostituita, nel 1979, da una realizzata dallo staff dell’Mta, l’autorità che gestisce i servizi pubblici della Grande Mela, che diede al grafico Michael Hertz, l’incarico di realizzare uno strumento che aiutasse i cittadini a districarsi in un sistema così tentacolare di linee, tanto da essere soprannominato “The Labyrinth”.
Ad Hertz fu chiesto di ridisegnare la carta topografica della subway newyorchese con l’obiettivo di realizzare uno strumento più vicino al disegno urbano e all’andamento viario di New York, ma anche alle abitudini degli utenti.
La sua creazione sostituì quindi la precedente variopinta mappa di stile modernista dell’italiano Massimo Vignelli, realizzata nel 1972 e conservata al Moma, ma poco amata dai newyorchesi perchè non metteva in relazione la parte sotterranea con il livello stradale. Il labirinto di linee rosse, blu, verdi, giallo ocra e viola, che si intersecano con strade e piazze, da oltre cinquant’anni è il disegno più conosciuto al mondo da milioni di turisti che sono passati, almeno una volta, da New York. Fu subito un successo e una guida preziosa per milioni di persone, al punto da essere riprodotta all’interno delle stazioni nei pannelli giganti e seguita dalle città di tutto il mondo. In questi cinquant’anni la mappa è stata continuamente aggiornata, in base allo sviluppo della rete, ma senza cambiare la grafica originale.
Ma oggi la app usata è una mappa che nel 2008 Vignelli aggiornò per l’ultima volta. La stessa Mta, che l’aveva sostituita, l’adottò per le app ed è di fatto il modello per tutte le mappe digitali in uso nelle grandi città del mondo. Nel 2013, un team di ricercatori dell’ Mit di Boston, guidato da Ruth Rosenholtz, progettò un modello digitale in grado di stabilire come le persone comprendano una mappa a prima vista, e come il cervello processi l’immagine e la rimandi all’occhio. Mentre la mappa tradizionale si rivelò un impasto visivo di impossibile lettura, la mappa del 2008 di Vignelli rimase, nella simulazione, praticamente identica. Vignelli aveva avuto ragione. Oggi, la mappa è considerata il suo capolavoro.
La metropolitana e la sua storia diventano per mano dell’illustratore milanese Emilano Ponzi, che lavora per le più importanti testate internazionali la fa diventare una graphic novel per ragazzi, La grande mappa della metropolitana di New York (2018), pubblicato con il MoMA, il Museo di arte moderna di New York, assieme con la casa editrice Fatatrac.
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Ciao, alla prossima
29 febbraio 2020
articolo a cura di Franca Barzan
Staff di IoArte
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