DIALOGO TRA I LINGUAGGI ARTISTICI NELL’ARTE CONTEMPORANEA

di Lidia Borella

Ciò che caratterizza l’arte contemporanea è la sua straordinaria varietà di forme espressive: alcuni artisti recuperano e reinventano tecniche legate ad arti antiche come il ricamo e l’arte vetraria, altri utilizzano materiali poveri o riciclati, oppure insoliti e moderni come plastica e fibre sintetiche, molti si avvalgono di nuove tecnologie tipo videoproiezioni, immagini digitali ad alta definizione, stampe laser su tela, altri ancora puntano sulla gestualità del corpo e sulla performance, infine ci sono artisti che realizzano installazioni, cioè veri e propri ambienti studiati minuziosamente in ogni dettaglio.

L’uso di mezzi espressivi così eterogenei, spesso impiegati simultaneamente, ha portato al progressivo abbattimento delle barriere esistenti fra pittura, scultura, grafica, design, fotografia, cinema, in favore di un’arte senza confini e senza etichette, aperta a qualunque suggestione: siamo di fronte a un modo nuovo di comunicare, non strutturato, né organizzato e né soggetto alle regole perdurate per secoli.

E’ un fenomeno del tutto nuovo, un punto di partenza di un processo creativo che apre la strada a infinite possibilità.

Uno dei mezzi con cui gli artisti contemporanei si confrontano spesso, è il mezzo fotografico che, come scrive Angela Vettese, ha fatto “prepotentemente irruzione nel campo della pittura, dapprima sotto forma di collage, e poi in molti modi diversi”.

Alcuni artisti hanno usato la pittura per sfidare la fotografia: i pittori iperrealisti americani ed europei hanno riprodotto paesaggi o persone con una tecnica così dettagliata da rendere difficile distinguere se una loro opera è fotografica o pittorica.

Negli anni Settanta gli artisti della Land-Art e della Body-Art si sono avvalsi della fotografia, ma solo come semplice strumento di documentazione: le opere di questi artisti avevano una durata limitata nel tempo o si trasformavano con il passare del tempo, era quindi necessario ricorrere alla fotografia per lasciare una testimonianza visiva di quanto era accaduto o era stato realizzato. E’ chiaro che queste fotografie non sono considerate opere d’arte a sé: sono tracce di memoria di opere di cui, altrimenti, non avremmo alcuna testimonianza visiva.

Vi sono, però, documentazioni fotografiche che, per volontà dell’artista, assumono un valore artistico proprio: certe performance realizzate con costumi, scenografie e illuminazioni studiate, simili a quelle dei set cinematografici vengono fotografate da professionisti o dagli artisti stessi e il loro valore estetico è superiore a quello di mera testimonianza.il-giardino-dei-sensi

Altri artisti hanno tratto ispirazione dai manifesti pubblicitari e dal linguaggio dei mass-media, soprattutto gli artisti “pop” americani come Andy Warhol che ha fatto della Coca-Cola, della zuppa Campbell e dei volti delle star che appaiono sui rotocalchi le massime icone della società dei consumi, ma anche un’artista come Barbara Kruger, ha usato le stesse tecniche dei messaggi promozionali per mostrarci e denunciare i meccanismi che regolano la pubblicità, diventata un mezzo di controllo di massa.

Ci sono infine autori che hanno usato il mezzo fotografico combinato a tecniche artistiche diverse per dare vita a opere complesse in cui la fotografia convive con la pittura, la grafica, il ricamo, la calligrafia.

Ne sono esempi significativi: le grandi tele emulsionate di Rauschenberg e, più recentemente, di Anselm Kiefer in cui fotografia e pittura si mischiano a oggetti reali presi dalla quotidianità o dalla natura; i ritratti a forma di mosaico che Chuck Close realizza partendo da gigantografie fotografiche che poi ridipinge interamente; i ghirigori grotteschi e inquietanti con cui Arnulf Rainer violenta le proprie fotografie; l’elegantissima calligrafia persiana con cui Shirin Neshar ricopre i volti, le mani e i piedi delle donne iraniane fotografate, dando l’impressione che esse siano davvero tatuate.

Anche le mie elaborazioni digitali sono nate dall’idea dell’interazione tra medium differenti; infatti unisco immagini pittoriche a quelle fotografiche in una sorta di intreccio, un gioco di accordi e di equilibri.

Il mio segno pittorico riprende le forme della natura, è sempre morbido, quasi mai spigoloso, con motivi tondeggianti e a spirale, per questa ragione ho pensato di abbinare la mia pittura a immagini fotografiche di elementi naturali, soprattutto vegetazione: foglie, cespugli, fiori e così via.

Ovviamente le fotografie devono essere scelte accuratamente, avere linee che concordano con il dipinto che intendo usare nell’elaborazione, le porzioni di fotografia che ritaglio devono interagire nell’immagine per fondere armonicamente i diversi elementi della composizione.

Anche il colore gioca un ruolo molto importante, nelle elaborazioni, come nei dipinti, scelgo se creare dei contrasti di colore, oppure se inserire fotografie con gli stessi toni presenti nelle porzioni dei dipinti.

Il mio obiettivo è quello di creare immagini completamente nuove e diverse, che rimandano a mondi immaginari, caratterizzati da atmosfere suggestive, in cui la figura umana che, in queste elaborazioni, è sempre pittorica, è in rapporto con la natura, e in armonia con l’ambiente che la circonda.

Alle fotografie che uso nelle mie elaborazioni, generalmente, non applico effetti pittorici, ma cerco di inserirle nella nuova immagine che realizzo con tutte le caratteristiche proprie della fotografia, cioè riproduzione del reale, specchio di quello che l’obiettivo della fotocamera ha inquadrato realmente: è la composizione finale fatta dal dialogo tra pittura e fotografia che assume un diverso connotato.

Il digitale può dare la possibilità di realizzare immagini particolari se si sfruttano le sue possibilità; con esso non voglio sostituire la pittura, il mio non è un semplice lavoro di accostamento o sovrapposizione, la mia sfida è quella di amalgamare due medium diversi, dando importanza sia al mio segno pittorico che alla passione per la fotografia e questo è possibile attraverso l’uso del computer, sfruttando le caratteristiche tecnologiche che i programmi di elaborazione offrono.

Lidiart

05/08/2016, Lidia Borella

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