INTERVISTA ALLA SOCIA DI IOARTE – BARBARA GUARINI

Barbara-Guarini

Nome e Cognome – Barbara Guarini

Nome d’Arte – Barbaramente Arte

Svelaci il significato del tuo nome d’Arte. – Non uso un nome d’arte, le mie opere le firmo con il mio nome ma la mia pagina facebook e il futuro sito si chiamano Barbaramente Arte che in un certo senso è anche uno pseudonimo. Il significato è semplice e facilmente comprensibile dalla parola stessa, barbaramente è legato ovviamente al nome e al mio modo di fare arte, istintivo e passionale.

Tre aggettivi per far capire il fuoco che arde dentro di te. – passione, istinto, emozione

Quando hai creato la tua prima opera e hai capito di essere un artista? – La mia prima opera nasceva nel lontano, ma non troppo, 2013. Non ho mai capito di essere un’artista e ancora devo capirlo ma so che quando ho appoggiato quel vecchio saldatore (primo pseudo pirografo utilizzato) con punte battute a mano, sul legno e questo ha iniziato a bruciare creando il volto di un leone, mi sono sentita viva. Adrenalina pura, tutto ciò che accadeva intorno a me era inesistente, lontano, non mi apparteneva. Da quel giorno ho lasciato il commercio per dedicarmi a questa nuova dimensione.

Quale opera più ti rappresenta? (per poterla inserire nella pubblicazione dell’intervista ti chiediamo che l’opera sia presente in IoArte, grazie) – L’opera che mi rappresenta di più in questo momento è “The voice of silence”. Un disegno creato in una notte d’estate utilizzando solo un foglio da fotocopia e avanzi di make-up, unici mezzi a disposizione in quel momento. The voice of silence, la voce del silenzio, quando le parole nascono da uno sguardo intenso e pieno di emozioni che la voce non può esprimere.

Raccontaci la mostra a cui hai partecipato che ti ha dato più emozioni e soddisfazioni. Spiegaci le motivazioni e raccontaci come l’hai organizzata e vissuta. Spiegaci anche il perché le altre mostre che hai fatto non hanno avuto le stesse gratificazioni. – La mostra più emozionante è stata “Omaggio a Frida” presentata da Amedeo Fusco a Bergamo. Per quell’occasione non ero solo presente come artista ma anche come responsabile della comunicazione che ho curato con particolare attenzione. Alla mostra internazionale ho portato un quadro rappresentante il volto di Frida e per la prima volta non era una pirografia ma un ritratto a carboncino. Il console messicano Hernan Ruiz Bravo ha molto apprezzato la mia opera ritenendola estremamente espressiva, una perfetta rappresentazione del carattere forte e nello stesso tempo dolce di Frida. Veramente grande emozione e soddisfazione.

In che ambiente crei le tue opere? Parlaci dei tuoi momenti d’Arte. (se sono solitari, o con musica, se niente di distrae o se ti isoli dal mondo, se ritocchi per giorni e mesi la tua opera o se condividi l’opera e le emozioni con qualcuno prima che sia finita, oppure se è un’intimità solo tua… ecc..) – Dove creo le mie opere? A Brescia il mio angolo creativo è una romantica mansarda da cui osservo il cielo e gli uccellini che talvolta si soffermano ad osservano attraverso il vetro. A Como ho uno studio con grandi vetrate che si affacciano sulla città con vista sul lago e le montagne circostanti. Ogni luogo ha una sua storia e una sua particolare magia. spesso però creo di notte, nel silenzio o accompagnata da un sottofondo musicale che varia di volta in volta dalla musica classica alla musica indiana o new age fino al jazz, soul o suoni più duri, dipende dal momento.

Cosa vorresti cambiasse nel mondo dell’Arte e cosa dovrebbero fare per l’Arte gli operatori del settore? Cosa dovrebbero fare i politici, le associazioni, i musei, le gallerie, i collezionisti ecc.. per salvaguardare e sostenere l’Arte? – Per l’arte si fa sempre troppo poco. Se ne dovrebbe parlare di più, insegnare di più, sviluppare maggiormente il senso artistico che è innato in ognuno di noi fin da bambini ma che si perde crescendo. Vorrei che l’arte fosse meno sfruttata per lucrarci in ogni modo ma diffusa per rendere il mondo un luogo più piacevole e quando parlo di mondo intendo quello che abbiamo sopra il collo. In ogni testa, in ogni mente dovrebbe esserci più arte e meno voglia di sopraffare e distruggere.

Come vivono la tua Arte e il tuo essere Artista la famiglia e gli amici? – La mia arte viene molto apprezzata dalla mia famiglia e dai miei amici che mi sostengono e incoraggiano dimostrandomi la loro stima.

Se non ti senti un Artista compiuto, cosa ti manca come crescita personale per arrivare a sentirti quell’Artista che dentro di te sai già di essere? – Artista è una parola così grande che forse solo i nomi storici e pochi altri meriterebbero. Non ho una formazione scolastica artistica, sono un’autodidatta forse dovrei definirmi creativa più che artista, il che non mi dispiace perché essere creativi da più libertà non pone limiti e questo mi piace molto.

Domanda intima: le tue opere le tieni per te o le vendi? Spiegaci anche le motivazioni del perché non vuoi venderle o separarti da esse o illustraci i tuoi canali di vendita che meglio ti aiutano e ti rappresentano, senza quindi mercificare troppo al tua Arte. – Le mie opere sono in vendita, certo ogni volta è come separarsi da un figlio ma anche un orgoglio. Sono fiera e felice che qualcuno voglia esporre nella propria casa una mia opera.

Altre notizie su di te e su cosa ci vuoi raccontare, sulla tua vita e sulle tue mostre. – Ho iniziato a creare opere, quadri o oggettistica in legno decorandole con la pirografia o arte del fuoco, ed è una tecnica che amo e che esprime tanto di me. Ultimamente però mi sono dedicata ad esplorare nuove tecniche come il carboncino e l’arte astratta mischiando tecniche e inventandone di nuove. Mi piace esplorare, sperimentare senza seguire regole precise seguendo puramente l’istinto. Non so dove mi porterà questo viaggio nell’infinito mondo dell’inconscio attraverso la creatività ma so che sarà molto divertente, interessante e soprattutto molto istruttivo. Ci sono mostre in progettazione ma sto limitando le esposizioni per dedicarmi di più allo studio interiore di me stessa, un percorso di ricerca che credo porterà a nuovi ed emozionanti risultati artistici. Il silenzio ed una sana solitudine sono essenziali per l’artista.

Un grazie a Barbara da IoArte, Associazione Culturale

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