Klimt – Morte e Vita (1915)
il senso del limite e la circolarità dell’esistenza

Umberto Galimberti psicoanalista e filosofo ama far conoscer fin da subito, al pubblico che lo ascolta, le sue origini dichiarando che da uomo greco prende sul serio la morte. Solo così, afferma, avverti il senso del limite.

Il fondamento etico del senso del limite era conosciuto agli antichi greci che vedevano punito dalla dea Nemesi, dea della giustizia e della punizione divina, il suo superamento.

Per la società moderna dei nostri giorni l’ordine cosmico e la realtà sia naturale che storica vanno invece continuamente oltrepassati, violati, dominati, migliorati, insomma andare oltre il limite è e dev’essere un messaggio di grande forza.

Siamo talmente abituati a concepirlo in questi termini, che quasi ci meravigliamo che possa essere interpretato in un modo differente.

Altro merito dei greci secondo il filosofo tedesco Nietzsche era certamente la grandezza e il coraggio di accettare la circolarità della vita con la morte, la felicità e la gioia della vita inseparabile dal dolore e dalla morte che l’annienta.

Questo pensiero lo possiamo trovare rappresentato nell’opera Morte e Vita di Klimt, uno dei più significativi artisti che usava spesso trattare il tema della ciclicità della vita.

Nel dipinto il colore vivace viene utilizzato per rappresentare la Vita nella parte destra del dipinto raffigurata dal groviglio di corpi rappresentanti l’amore, l’amicizia la maternità.

Sulla sinistra, invece, incombe tetro Thanatosla figura della Morte che veglia sull’umanità nella sua forma di uno scheletro coperto da un manto decorato in cui il motivo dominante è la croce.

La gioia della vita è resa possibile dalla crudeltà della morte. Il dolore e la morte sono intrinseche alla vita stessa come condizioni del suo accadere.

La risposta al senso della vita dell’esistenza se c’è va ricercata sempre secondo Galimberti nell’etica del limite, in quella che i greci chiamavano la giusta misura, senza la quale gli uomini sarebbero spinti a ricercare ciò che non è in loro potere.

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Ciao, alla prossima

articolo a cura di Franca Barzan
Staff di IoArte

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