Un artista che l’emergenza virus ha abbinato al termine “vuoto/isolato” che ha lavorato per molto tempo nel campo dell’illustrazione. Hopper è oggi conosciuto soprattutto per i dipinti a olio, che testimoniano il suo grande interesse per gli effetti cromatici e alla sua maniera virtuosa di rappresentare luci e ombre. I quadri di Hopper hanno successo in questo tempo perché sono l’espressione di un’originalissima visione della vita moderna: stazioni di servizio, case, bar, fari e navi, ma anche scorci degli interni di appartamenti, alberghi e cinema. I pochi personaggi che abitano le scene danno l’impressione di volgere lo sguardo verso un punto esterno allo spazio pittorico, come se ciò che “accade” sulla tela non sia affatto visibile allo spettatore. Eventi invisibili paiono verificarsi al di fuori del dipinto, e sembrano trovare un’altra interpretazione da parte di chi li sta ammirando.
Il film di Wenders della durata di 14 minuti, doveva essere proiettato in un loop continuo nella mostra organizzata in collaborazione con il Whitney di New York dalla Fondazione Bayeler di Riehen a pochi chilometri da Basilea che ad oggi sembra essere tra le vittime del coronavirus.
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Ciao, alla prossima
29 aprile 2020
articolo a cura di Franca Barzan
Staff di IoArte
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